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(DA) E’ REATO “CRACCARE” LE CONSOLE DI VIDEOGIOCHI (Cass. 07.03.2011 n. 8791)

Con sentenza n. 8791 del 7 marzo 2011 la III sezione penale della Corte di Cassazione è tornata sul tema della c.d. “crackatura” delle console per videogiochi, consolidando l’orientamento giurisprudenziale già espresso in passato a riguardo.
In particolare, la Suprema Corte ha statuito che commercializzare apparecchiature o programmi per eludere meccanismi di protezione di software originali delle piattaforme informatiche dei videogiochi, giustifica il sequestro probatorio di tali strumenti.
Infatti con la sentenza in commento, i Giudici di Piazza Cavour hanno annullato, con rinvio, la sentenza del Tribunale del riesame di Firenze che aveva disposto il dissequestro di programmi creati per "craccare" una console di videogiochi, messi in vendita da un imprenditore fiorentino, i quali permettevano l’uso di giochi non originali.

La Corte ha stabilito che le modifiche apportate al software della console erano mirate all'elusione "delle misure tecnologiche di protezione apposte su materiali ed opere protette dal diritto d'autore" in violazione della legge sul diritto d’autore e realizzate a scopo di lucro.

E’ stato dunque precisato dalla Corte che la consolle costituisce il supporto necessario per consentire l’attivazione di programmi originali e che il meccanismo di protezione comporta una trasmissione di dati dal software all'hardware che in modo complementare tra loro verificano la conformità dell'originale, permettendone la lettura. Pertanto, con l'introduzione di congegni che superano l'ostacolo del dialogo tra consolle e software non originale, vengono eluse le misure di protezione, in palese violazione delle disposizioni di cui all'art. 102 quater, nonchè della L. n. 633 del 1941, art. 171, comma 1, lett. f bis.

AC

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