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(A) PARITA’ DI GENERE TRA CREDITO REPUTAZIONALE E INCENTIVI CONTRIBUTIVI

La parità di genere è un tema di non poco rilievo all’ interno delle aziende.
Il Legislatore dapprima con il codice delle Pari Opportunità e poi le previsioni di cui agli artt 46 e 46 bis del Dlgs. 198/2006 ha inteso iniziare a dettare uno specifico ambito di intervento finalizzato a diminuire il c.d. gender gap.
Come noto il tasso di occupazione femminile è del solo 49% rispetto quello maschile del 67,2 %, come pure i livelli retributivi delle prime risultano inferiori del 14,3% rispetto quelli dei secondi senza dimenticare che la percentuale di disoccupazione femminile si aggira tra il 70 ed il 60% dell’ intera platea dei lavoratori.
Dati indicativi sui quali si e’ inteso richiedere alle imprese che occupino almeno 50 dipendenti di predisporre ogni due anni un Rapporto Sulla Situazione del Personale (Art 46 Dlgs 198/2006). Per l’anno in corso il termine di presentazione scadeva il 14.10.2022.
L’ attuale riflessione riguarda quindi il futuro per il quale è opportuno iniziare a raccogliere e sintetizzare i dati di riferimento ovvero quelli retributivi, di inquadramento contrattuale, formativi, assunzionali, di progressione di carriera, tutela della maternità, in ordine agli ammortizzatori sociali, alle risoluzioni dei rapporti etc…
Tali elementi e la evidenza di risultati positivi costituiranno il corpus dell’ anzidetto Rapporto avente come destinatario il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Sulla base dei dati raccolti ed analizzati nonché delle strategie poste a contrasto del gender gap appare di estrema importanza acquisire la certificazione della parità di genere. I goal da raggiungere e il processo di realizzazione possono trovare un conforto nelle Linee Guida sul Sistema di Gestione per la Parità di Genere (…) varate dal competente ministero e da UNI.
L’ ottenimento della certificazione appare certamente quale elemento spendibile in termini reputazionali e di credibilità aziendale che ben possono essere veicolati tanto ai clienti quanto comunque agli interlocutori istituzionali.
Nel contempo la norma ha previsto che a fronte della detta certificazione il datore di lavoro abbia diritto ad un bonus contributivo mensile pari all’ 1% della contribuzione complessivamente dovuta, nel limite di un importo massimo pari ad € 50.000,00 annui per azienda.
Sono poi ipotizzabili ulteriori eventuali sistemi incentivanti a favore del datore di lavoro quali eventuali vantaggi in sede di gare di appalto (punteggi premiali per le aziende certificate) come pure possibili contributi al finanziamento di investimenti per realizzare la parità di genere. (DG)