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(DCM) PENA DETENTIVA PER L’IMPRENDITORE CHE GESTISCE AVVENTATAMENTE UNA SOCIETA’ IN CRISI (Cass. 29.09.2009 n. 20806

L’imprenditore che investe in modo avventato e non prudenziale quando la società è in uno stato di dissesto irreversibile è punibile con il carcere.

In tal senso la Corte di Cassazione, con sentenza del 5 ottobre 2009, n. 38577, che ha confermato la condanna per bancarotta fraudolenta per distrazione, ricorso abusivo al credito e aggravamento di dissesto societario di un imprenditore che, pur consapevole dello stato di crisi in cui versava la propria società, poneva in essere operazioni di investimento ad alto rischio mediante copertura di finanziamenti bancari.

In particolare, nel caso di specie si trattava di anomale operazioni di lease-back condotte da un inavveduto imprenditore di una s.a.s. in forte crisi e di seguito fallita, compiute “dissimulandone le condizioni attraverso un vorticoso giro di finanziamenti destinati a coprire temporaneamente i precedenti buchi”.

Il Supremo Collegio ha, dunque, rigettato il ricorso e ribadito la sussistenza delle condotte illecite “ritenuto il programma fraudolento dell’institore nel ricorso abusivo al credito”.


LCE

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